Siti cinesi

[M@rco]

Il problema è l'intermediazione.
Se guardate bene, su questi siti sono direttamente le industrie protutrici a vendere. In alcuni casi mettono la foto della fabbrica e di tutti i dipendenti.
Da noi?
Cosa ci dovremmo mettere?
Le foto di 5 operai e di 500 tra intermediatori e politici che ci mangiano sopra?
Solo se accorci la filiera per davvero, non come le stronzate pseudo ecologiste, abbatti il prezzo del prodotto. Non solo quello agricolo ma anche quello industriale.
In Italia eravamo primi come qualità di manodopera metalmeccanica altamente specializzata. Oggi i metalmeccanici non li citano neanche più sulle vignette umoristiche dei quotidiani.
Sono spariti!
L'Italia è diventata un paese di lobbisti e intermediatori!
Per il resto ... quoto in pieno Ariacube!

[tri.ma]

quando i cinesi ci rifilano un qualcosa marchiato CE non fanno un illecito, ma ci stanno dando un prodotto regolarmente marchiato per l'esportazione.....

[whisper]

Semplice!
-Basta smettere di comprare dai siti e da centri commerciali!
-Basta smettere di comprare robbbe economiche, recensirle e rendere disponibili sul web le migliorie da fare!
-Basta imporre allo Stato di comprare solo prodotti Italiani! (Cavolo... Es. Galileo Optics)

I cinesotti mica sono rincitrulliti, hanno fatto passi da gigante negli ultimi decenni! (...Si stanno riappropriando della tecnologia e della cultura cancellata dal comunismo?) Sono attivi al 110% nella ricerca (possibile tramite gli introiti) e "danno" ciò che gli si "chiede", fregandosene di chi rimane indietro!

Detto ciò, secondo voi perchè non divulgo su internet il mio progetto in corso di una carabina springer AC con caricatore o le tante altre belle idee del piffero?

Te la do io la Cina! (e poi me la fò!)

Chinese girls with Ipad.jpg

Caro Enrico, permettimi di dissentire dalla tua analisi

Ti assicuro, per esperienza personale, che per far rinascere la piccola e media industria (e anche la grande, ormai praticamente scomparsa, che vergogna!) dobbiamo prima di tutto metterci a lavorare, studiare e ricercare come loro (i Cinesi), con impegno e serietà; poi dobbiamo rivolgerci al loro mercato, che ha una fame grandissima di prodotti italiani. La nascente classe media cinese, non i mega-ricconi che vengono a fare spese in via Condotti o in via della Spiga, ma quelli che comprano paccottiglia on-line a milioni, comprerebbero molto volentieri abiti, scarpe, gioielli, generi alimentari, mobili, persino elettrodomestici e prodotti tecnologici Made in Italy, purché di qualità e design. Loro moltiplicano i portali per vendere le loro merci qui, ma noi cosa facciamo per facilitare l'export dei nostri prodotti in Cina? Che io sappia non c'è un solo portale del Made in Italy rivolto alla Cina, è proprio una mancanza imperdonabile. Io stesso non mi sono reso conto di questo stato di cose, troppo preso a lamentarmi e a guardarmi l'ombelico, finché in ufficio sono cominciate ad arrivare richieste dalla Cina, e ho cominciato a parlarci, con i Cinesi, che mi hanno aperto gli occhi... mi hanno spiegato che da anni sono invasi da imprenditori Statunitensi, Tedeschi, Francesi, Belgi ecc. che avviano joint-ventures di tutti i tipi, ma di Italiani in proporzione se ne vedono pochissimi e non hanno concluso quasi nulla (con poche lodevoli eccezioni). Insomma, dobbiamo darci da fare, almeno adesso che ci vengono a cercare loro; fino ad ora abbiamo dormito e non abbiamo preso i pesci che abbiamo lasciato colpevolmente ad altri.