quasi una settimana che il post è fermo...
allora per mantenerlo vivo, ci aggiungo un altro dei miei ricordi...
buona lettura
Motoricordi motoalpinismo
Sabato 13 maggio 2006,
pomeriggio, insieme a Guido e Angelo siamo venuti a casa di Gianfranco che ha appena ritirato dal concessionario la nuova BMW r1150r, ed approfittiamo dell’evento per farci un paio di birre beneauguranti, di cui sprecheremo anche un paio di gocce per bagnare la moto nuova.
Entriamo nel box dove troneggia al centro il bicilindrico bavarese, e mi va l’occhio su una panca dove c’è appoggiato un motosprint con le pagine mezze staccate, in copertina c’è l’immagine di una Beta monocilindrica che ricorda nelle forme le vecchie moto da trial trasformate per il motoalpinismo.
Il cervello parte da solo e va a pescare nei ricordi di trenta anni prima una situazione simile, e rivolgendomi agli amici dico: “ ragazzi, vi ricordate nel 75 quando per Natale a Gianfranco gli arrivò il motorino e stavamo nel suo garage per modificarlo… “ Pochi secondi e uno dopo l’altro focalizzano la situazione e cominciamo a raccontarci quello che successe, e tra un “…e vi ricordate…” ed un “…ma che ca**o dici?” ricostruiamo la storia sfottendoci e ridendo, tornando ragazzini come allora…
26 dicembre 1975, periodo delle vacanze scolastiche di fine anno, Gianfranco ha ricevuto in regalo per Natale il Ronco 21 della Malaguti, ultimo grido dei motorini da cross, io e Guido con i nostri Caballero e Angelo con il Malanca Country tutti comprati usatissimi, siamo un po’ invidiosi, ma anche contenti della motorizzazione del nostro amico.
- ronco 21 malaguti.jpg (8.26 KiB) Visto 669 volte
Nel garage di Gianfranco stiamo trafficando intorno al motorino nuovo per modificarlo e renderlo utilizzabile, perché come esce dalla fabbrica non cammina proprio, così mentre io lavoro di chiavi e giravite per eliminare qualche diaframma inutile, Angelo e Guido stanno discutendo della prova letta su Motociclismo della Montesa 247 Motoalpinismo, una moto da trial a cui sono stati montati il serbatoio più grande, la sella lunga e le pedanine per il passeggero.
Guido non ammette che una moto 250 vada forte solo come un 50, Mentre Angelo non capisce cosa si possa fare con una moto dove non si tiene sempre il gas tutto aperto,
Io nel frattempo sto saltellando in giro per il garage tenendomi un dito che mi sono schiacciato con la molla della marmitta, e “tiro moccoli” appunto come uno che si è appena schiacciato un dito.
Finito di modificare il motorino di Gianfranco, finalmente mettiamo in moto, pare che funzioni tutto bene, e andiamo a girare su un campetto da cross li vicino, dopo avere provato tutti il motorino nuovo, ci riteniamo soddisfatti di come và e Gianfranco se ne esce con un’idea delle sue:
“Si potrebbe provare a fare un po’ di motoalpinismo, sul monte sopra Sant’Oreste c'è una strada che porta al monastero e ci vanno solo a piedi o con i muli, noi possiamo provare a salirci con i motorini…”.
La decisione è presto presa, i soldi rimediati a Natale vanno investiti, perciò domani mattina andiamo a Portaportese a rimediare il necessario per accorciare i rapporti dei motorini e dopodomani assaltiamo il monte Soratte.
Il giorno dopo montiamo i nuovi rapporti...
sul mio caballero pignone da 11 e corona da 45 denti, al posto della coppia 14 – 37, e andiamo a provarli sul solito campetto, ma invece di correre e saltare, facciamo i formiconi, cioè giriamo tutta la pista guidando in piedi sulle pedane e tenendo sempre le ruote attaccate al terreno, e ci rendiamo conto che alcuni ostacoli è più facile superarli con un salto, che camminarci sopra seguendo la loro forma, specialmente se si tratta di gradini alti circa un metro che in discesa si saltano con un colpetto di acceleratore, mentre se non li salti ti cappotti in avanti...
La mattina dopo, ci troviamo tutti ben organizzati, tipo l'armata brancaleone, e seguendo la via Flaminia, percorriamo questi 35 km che ci portano al monte Soratte.
Con i rapporti normali, di solito viaggiamo su strada ad oltre 80 km orari, ma con questi rapporti corti, per evitare di far scoppiare i motori per i troppi giri, possiamo andare a circa 40 orari, e quando siamo passati per Rignano, due ragazzini su un ciao, ci sorpassano e ci fanno ciao...
Finalmente arriviamo a S.Oreste, un paese a mezza montagna, dove si arriva con la strada normale, ma almeno è in salita, e cominciamo ad apprezzare i rapporti corti...
Andiamo verso la montagna e ci cominciamo ad eccitare, qualche impennata inutile, un po' di rumore e siamo arrivati all'inizio della mulattiera, ci fermiamo a guardarla dal basso, è una stradina sterrata stretta e ripida...
qualche attimo di esitazione e Angelo parte, lo seguo a ruota e gli altri si accodano...
ci inerpichiamo su per la mulattiera, in piedi sulle pedane, con il torace vicino al manubrio.
C'è anche un po' di fango, la notte aveva piovuto, ma con qualche piede a terra, e i rapporti corti che permettono di ripartire bene anche su questa salita, in pochi minuti arriviamo alla fine del viottolo, e la salita si trasforma in un ampio pratone, quasi in piano, dove pascolano beatamente delle pecore, che disturbate dai motori si allontanano...
Per arrivare al monastero, dobbiamo attraversare il pianoro e prendere una seconda mulattiera che porta in cima al monte.
Ripartiamo in direzione del monastero, ma poi succede una cosa strana, le pecore che scappano al nostro avvicinamento, ci cambiano la prospettiva, e cominciamo a corrergli dietro, sgommando sul prato e lasciando dei solchi profondi, con le fontane di erba e fango che si alzano dalle ruote posteriori.
Acceleri con la prima, la ruota comincia a sparare fango verso gli altri, ma cammina appena, metti le altre marce, e stai quasi fermo, ma guardando dietro vedi una pioggia di fango che cade sugli altri, e all'improvviso, la pioggia di fango ti cade addosso, perchè qualcuno ti ha superato e ti riserva lo stesso trattamento che gli stavi facendo...
Pochi minuti di questo gioco, ed un pezzo di prato si è trasformato in un terreno arato, pronto per la semina...
Noi quattro scemi siamo ricoperti di fango ed erba, ci spostiamo sul viottolo, e messi i motorini sui cavalletti, continuiamo a tirarci manciate di fango, ridendo come pazzi...
Ma all'improvviso la scena cambia, da un boschetto lontano un trecento metri da dove siamo noi, è venuto fuori un tizio urlante, che corre verso di noi agitando un grosso bastone (che nei ricordi di un paio di noi era un fucile da caccia), e di fianco gli corrono due cani pastori maremmani, di quelli bianchi che sembrano pecore giganti, ma sono molto più cattivi...
Attimo di panico, ma reazione immediata, prima che i cani ci arrivassero addosso, eravamo saltati sui motorini e stavamo volando verso la mulattiera da dove eravamo arrivati, e che abbiamo percorso scendendo alla velocità della luce...
Una volta in salvo sull'asfalto, con una certa tranquillità, per non farci notare, abbiamo attraversato il paese e siamo tornati verso Roma...
Arrivati a casa, sembravamo statue di fango, per cui siamo andati a prendere un tubo di gomma, e fermi ad una fontanella, abbiamo dato una schizzata ai motorini e visto che c'eravamo, anche a noi...
Tutto sommato ci è andata bene, nessuno si e fatto male, e nonostante il lavaggio col tubo alla fontanella, nessuno si è ammalato, ed il giorno dopo abbiamo rimontato i rapporti normali, e siamo andati a far danni da qualche altra parte, tanto fino al 7 gennaio, quando avrebbero riaperto le scuole, c'era ancora da divertirsi...
KLAUS