Macchè,
magazzino e laboratorio sono una casetta di quattro metri per quattro scarsi , in pratica sfiora i 16 metri quadri
dei quali però una buona parte è occupata dal banco da lavoro (che almeno ha cinque grossi cassetti e uno scaffale incorporato per stivare i pezzi di dimensioni medio piccole), trapano a colonna, scaffali , un mobiletto per colle e piccoli utensili, la stufa e poi pannelli di legno, alluminio, plastica, acciaio e altri materiali appoggiati ad una delle pareti
ho sfruttato lo spazio anche in altezza, con dei tubi appesi a una delle pareti per riporre i pezzi più lunghi e mensole tutto intorno ma poste ad una certa altezza, in modo da non sacrificare ulteriormente lo spazio calpestabile
inoltre ho tre cassoni in plastica da giardino per i materiali che non soffrono l'umidità e di utilizzo meno frequente
e poi una stanza di casa (quella ex cantina che ho recuperato) è stata adibita a magazzino dei cruscotti in lavorazione , al materiale in transito e come "alleggerimento" del laboratorio , in modo da non dover tirar fuori un sacco di cose quando si inizia a lavorare il mattino e poi rimetterla a posto quando si finisce la sera, come sono stato costretto a fare per mesi, quando non avevamo la stanzetta extra....
casa nostra arriva a malapena a 40 metri quadri in tutto, e il laboratorio, come dicevo, è un minuscolo chalet che abbiamo tirato su con le nostre mani lavorando come dei pazzi per due settimane
La fortuna è che il clima mite e un paio di banconi allestiti riciclando del bancali e lamiere inox recuperate quando ho aiutato un amico a demolire una cella frigorifera, mi permettono di lavorare molto all'aperto
La nostra, in fondo, era già per certi versi una economia di guerra prima del Coronavirus, per cui adattarci rispetto a molti conoscenti abituati alla vita comoda, è stato relativamente più facile..
Uscivamo già molto poco anche prima , l'isolamento per noi era stata una scelta meditata e cercata da tempo,
orto, galline e risorse della terra facevano già parte del nostro vivere quotidiano, caratterizzato da scelte rustiche, oserei dire spartane.
la spesa la facevamo già per almeno 15 giorni per volta, a volte anche di più
Nel mio caso, facendo poi la stagione lavorando di notte e quasi del tutto senza giorni di riposo per sei mesi, uscire sarebbe stato difficile,
per cui anche se la stagione è saltata, la mia vita oggi è molto simile a quella che facevo solitamente da marzo a settembre
lavoro per 9-10 ore come minimo, se capita anche di più , poi mi rilasso con qualche passeggiata (ma restando sempre nell'ambito della nostra terra, in pratica in giardino, solo che è vasto quattro ettari), leggo , dormo, sto con mia moglie e il nostro cagnone
qualche buon film e le giornate passano
Mi ritengo una persona fortunata ad aver fatto questo tipo di scelta prima che accadesse tutto questo,
e se non ci fossero tante persone che in questo momento perdono la vita e soffrono, potrei essere anche un uomo felice.
Credo che la moderna società consumistica , passata la crisi dovrebbe essere ripensata dalle fondamenta. Ma dubito che questo finirà realmente per avvenire, almeno non nel modo profondo , radicale e continuativo come dovrebbe essere .
L'uomo, a mio avviso, è il solo animale che impara pochissimo dai propri errori. E tende addirittura a ripeterli.
Può darsi che dipenda proprio da quella che , in modo un tantino arrogante, abbiamo sempre definito la nostra intelligenza superiore.
Che anzichè venire utilizzata solo a scopi positivi, viene molto spesso asservita al tentativo di trovare una giustificazione alle immani cazzate che intere popolazioni (sotto la guida altrettanto scellerata dei loro capi) puntualmente compiono.
Un animale, se fa una cosa che nel breve e medio termine comporta danni ed inutili sofferenze non solo per gli altri esemplari del branco ma anche per se stesso, evita semplicemente di farla.
E non tende ad attribuire sempre ad altri la colpa dei propri errori. Quindi non li ripete.
Ma a noi fin da bambini hanno sempre ripetuto che "noi siamo più intelligenti"....
Invece osservando gli animali , specialmente quelli selvatici, o quelli che pur essendo virtualmente "domestici", come il nostro pastore maremmano, hanno conservato molte caratteristiche ataviche senza farsi "infinocchiare" dagli agi che offre la compagnia ma anche la servitù dell'uomo, mi sono accorto da parecchio tempo che loro la sanno molto più lunga di noi.
Nel corso delle frequenti escursioni notturne nei boschi che facevo abitualmente con il nostro Max, all'inizio mi ero reso conto che, pur essendo in teoria abituato a muovermi al buio nella natura, rispetto a lui ero un povero inetto.
Ero maldestro, rumoroso, un autentico disastro. Poi piano piano qualcosina da questo animale stupendo , forte ed autosufficiente, ho iniziato ad impararlo. Vederlo cacciare , poi, è una lezione impagabile.
Loro oltretutto sanno sempre cosa fare quando c'è un problema. Noi molto spesso no.
Nel corso della storia, ci siamo dovuti dotare di mille supporti per compensare le nostre crescenti lacune psico-motorie, che ise prendi come "soggetto da laboratorio" per un test di sopravvivenza in ambiente ostile un cittadino medio, sono enormi anche rispetto a quelle di un fagiano.....il che è tutto dire.
I nostri antenati certo non saprebbero destreggiarsi con un computer, ma lasciati in mezzo a una foresta senza viveri e altri generi di conforto, saprebbero sopravvivere. Un broker di borsa invece camperebbe poco.
Per questo vado tanto orgoglioso del fatto che la gente mi consideri un tipo selvatico.
La mia fissa del "Preper" e del "Survival" ora non fa più ridere gli amici come avveniva in un tempo neppure troppo lontano.
Alcuni chiedono a me e a mia moglie come fare a cambiare la propria vita, lasciare il lavoro tranquillo in città e trasferirsi "in mezzo al nulla", abituandosi ad essere il più possibile autosufficienti...ma credo che tanti buoni propositi , una volta passato questo brutto momento, siano destinati a rimanere tali.
E pensare che non ci vuole un fisico da Rambo o chissà quale predisposizione,
basta pianificare seriamente il cambiamento.
Poi provare ad applicarlo in modo neppure troppo graduale (fidatevi: il taglio è meglio che sia netto, per vedere subito gli aspetti negativi e non vivere di sogni ma calarsi tutti interi in un un nuovo stile di vita) ma dopo aver predisposto un "Piano B" qualora le difficoltà risultassero eccessive rispetto alla nostra determinazione.
Nel caso nostro, il "Piano B" oltretutto non ce l'avevamo neppure. Quando ho chiuso la mia attività, pagati fornitori e il resto, in pratica non avevo più nulla. Da benestante mi sono ritrovato nullatenente. E con me mia moglie , che era socia alla pari.
Ho fatto lavori non solo duri - cosa che non mi ha mai spaventato- ma considerati anche umilianti per diversi mesi, quasi un anno, pagato male da gente che non augurerei di avere come datore di lavoro al mio peggior nemico e lo stesso mia moglie, prima di trovare qualcosa di meglio.
Quando tutto sembrava tornare piano piano a girare per il giusto verso, dopo tre anni un raccomandato mi ha soffiato un posto che, anche a detta dei colleghi, avevo strameritato,
così ho dovuto ricominciare da zero per l'ennesima volta.
Non era certo la prima, ma in pochi anni era la seconda volta in cui, per un evento che sfuggiva totalmente al mio controllo ed esulava pure dalla mia responsabilità (il mio diretto superiore per poco non perse a sua volta il posto , per aver preso strenuamente le mie difese in quell'occasione), il mondo mi crollava in testa.
Ma siccome piuttosto di arrendermi crepo, e come dice scherzosamente mia madre, a me non mi ammazza neanche il gas, sono ancora qui.
Perdonate la disgressione, si vede che a parte mia moglie era arrivato il momento di condividere qualcosa che a pensarci bene non ho mai confidato a nessuno. Anche ai miei genitori, ho raccontato i guai che avevamo passato solo una volta che ne eravamo usciti, e omettendo i dettagli più forti per evitare di farli preoccupare inutilmente.
Selvatico dentro.