Quando i fiori erano bambini

Ritrovo per passare un po' di tempo insieme, chiacchierando su vari argomenti.
Potete fare gli auguri ai vostri amici iscritti per compleanni, festività ecc...

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bulbsrtw
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Quando i fiori erano bambini

#1 Messaggio da bulbsrtw »

Leggendo i commenti di alcuni amici, forse un pò avanti con gli anni, mi sono ritrovato nei loro pensieri.
Voglio riportare un mio scritto, su questo argomento; un pò di nostalgia, che non fa male, in questo mondo frenetico..

Quando i fiori erano bambini

Certe volte mi meraviglio di come si somiglino i ricordi tra coetanei.
Non mi riferisco alle singole esperienze, lavorative o familiari, ma ai ricordi ad ampio arco temporale, alle macroesperienze che coinvolgono masse di individui di natali vicini.
Questo mi costringe mio malgrado a riconoscere di avere ormai “una certa età”; guardandomi allo specchio vedo un uomo simile d' aspetto a mio padre, pur non riconoscendomi affatto nel suo carattere. Però l' età è quella, il ricordo più forte che ho di lui infatti è dell' uomo cinquantenne ancora vigoroso e imponente, soprattutto attraverso gli occhi di un adolescente smanioso di libertà.
Non ho molto chiaro nella mente invece il padre un po' più anziano, ammalato, debole e inerme ; forse perché ormai lontano da me, trasportato dal vento della vita, o forse per quel senso di rifiuto verso una triste verità.
Parlando con un collega, tempo fa, chissà come siamo lentamente tornati indietro nel tempo, e ci siamo trovati ragazzini a vivere un' epoca che pur in due posti molto lontani sembra coincidere in numerose situazioni.
La memoria mi porta a “casa nuova”.
Quel giorno, mio padre con la sua 500 ci portò nel nuovo appartamento, al 7° piano di un casermone che ospitava diverse decine di famiglie.
Una strana sensazione di meraviglia e sgomento mi assaliva; che grande, che vuota, quelle misteriose esse bianche disegnate sui vetri.. sembrava un sogno.
Due camere e cucina, e mi sembrava enorme.
Io e il mio fratellone Roberto in una stanza, dormivamo nel “mobile americano”, uno strano comò che si apriva e diventava un letto.
Avevamo lo scaldabagno elettrico, e uno dei primi esemplari di lavatrice; una specie di grosso spremiagrumi di metallo con una vasca per i panni, e il detersivo era sapone tagliato pazientemente a scaglie da mio padre.
Ricordo poco gli inverni, il cappello col copriorecchie, il cappotto e i calzoni corti: eh, si, l' elemento comune di quegli anni '60 erano loro, estate o inverno che fosse, domenica o lunedì, sempre corti per parecchi anni ancora.
Gli abiti non si cambiavano certo ogni giorno, come oggi, e non molti lo potevano fare ogni settimana; ma non importava, a nessuno importava, non era quello che si guardava in un ragazzino.
I capelli pettinati con la riga, magari un po' troppo lucidi ma pettinati, e la faccia insaponata la mattina con le manone della mamma, che quasi mi soffocavano.
Via a scuola, da solo, a piedi, col borsone di cartone con la maniglia, dondolando i pochi e semplici libri di testo.
Che classi, ragazzi, una vera bolgia !
Eravamo una trentina, seduti su sedie attaccate ai banchi, dove incisioni antiche raccontavano vite sconosciute.
La confusione regnava per qualche attimo, interrotta dall' ingresso del Maestro: tutti scattavamo in piedi, e salutavamo.
Si recitava l'Ave Maria e il Padre Nostro, e cominciava la lezione.
Sapeva ogni cosa, il maestro Pepe, era come tutte le maestre di una classe elementare di oggi messe insieme.
Ma aveva potere di vita o di morte su di noi; nessuno avrebbe mai protestato per una punizione inflitta da lui.
Quando meno te lo aspettavi, magari stavi parlottando col compagno, ti arrivava una “crocca” (pugno con la nocca del medio) in testa, sostituita in seguito dal più comodo bastone.
Era necessario, non si sarebbero potuti tenere a bada trenta elementi dalle svariate condizioni sociali; più d' uno era figlio di genitori analfabeti, in condizioni igieniche e sociali precarie.
Erano gli anni del proletariato, degli operai che votavano comunista, delle fette di pane e zucchero per merenda.
Erano gli anni che si vivevano per strada, in branchi selvaggi, senza pedofili e poche auto, senza videogiochi e computer. Una spada di legno e uno scudo di cartone e sognavamo, dandoci delle pacche sul sedere per incitare un immaginario cavallo.
Il mondo era là, in strada. Il nostro internet, il nostro facebook era intorno a noi; i messaggi ce li raccontavamo faccia a faccia, senza SMS.
Parlavamo, giocavamo insieme, ci pestavamo, ma eravamo vivi.

La strada era un prato, e noi eravamo mille fiori che profumavano d' innocenza.

tratto da Alidicarta.it
testo di bulbsrtw
Maurizio
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Re: Quando i fiori erano bambini

#2 Messaggio da tri.ma »

:handshake:
poche parole da aggiungere...
leggendo il tuo scritto rivedo le luci e risento gli odori di quell'epoca.
:yes:
le BOMBE sono come i funghi velenosi, mi piacciono da morire

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bulbsrtw
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Re: Quando i fiori erano bambini

#3 Messaggio da bulbsrtw »

Tra l' altro anch' io sono romano, classico ragazzo di borgata..
Maurizio
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Re: Quando i fiori erano bambini

#4 Messaggio da giehas »

giaì era sicuramente meglio che non oggi,almeno uno lo spread non sapeva nemmeno che esisteva,o forse non esisteva :friends:
massimo
( M'illumino d'immenso )
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Re: Quando i fiori erano bambini

#5 Messaggio da tri.ma »

calzoni corti, polvere, e sempre ginocchia sbucciate, poi a un certo punto tutti a casa che la cena e' pronta e papa' e' tornato....
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bulbsrtw
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Re: Quando i fiori erano bambini

#6 Messaggio da bulbsrtw »

..e se non ti ricordavi, :frustata:
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Re: Quando i fiori erano bambini

#7 Messaggio da gtrevize1 »

...la cosa più bella di quegli anni....gli amici...tanti e sempre a correre tutti assieme per il cortile, una volta eri un aeroplano una volta una motocicletta... :cry: :nod:
Mauri
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Re: Quando i fiori erano bambini

#8 Messaggio da rossoduc »

Il gabinetto fuori dalla casa.
La stufa a legna che scaldava la cucina su cui si cuoceva il mangiare.
Le braci che venivano messe nello scaldaletto ed infilate sotto le lenzuola dentro uno strano telaio in legno che si chiamava "prete", che il riscaldamento centralizzato nopn sapevamo proprio cosa fosse.
Il bagno, il sabato, fatto rigorosamente in un mastello, prima di legno poi col tempo in uno in ferro zincato, d' inverno in cucina, di fianco alla stufa e d' estate, fuori all' aperto con l' acqua scaldata dal sole.
I primi pantaloni lunghi a 11 anni, per la cresima, e ricavati da un vestito del mio papà che non gli andava più bene.
E poi i giochi, rigorosamente "bellici", autocostruiti, le fionde ( me ne sono fatte un paio nuove giusto una quindicina di anni fà......), le spade, gli archi e le frecce fatti con le stecche degli ombrelli, erano corti, rigidi e potentissimi ( ho sul braccio sinistro la cicatrice di una freccia che mi colpì in uno dei tanti scontri del doposcuola, non oso pensare se mi avesse preso un occhio....).
Solo più tardi le prime armi ad AC.
Quando ci penso mi viene un groppo in gola.....
Ciao, Claudio :cheers:
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Re: Quando i fiori erano bambini

#9 Messaggio da kiro56 »

:worried: non ho parole,solo un velo di tristezza,hai riesumato i tempi genuini che abbiamo vissuto in allegria e spensieratezza e che e' piu' bello ricordare che averli vissuti: col senno di poi ,il ricordo ha un gusto piu' forte,quasi un rimpianto :friends: grazie!
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Re: Quando i fiori erano bambini

#10 Messaggio da giulio »

bulbsrtw ha scritto:Tra l' altro anch' io sono romano, classico ragazzo di borgata..
complimenti paesà, m'hai commosso, quello che ricordo io però è che noi pischelli de borgata (io de Primavalle ) semo dovuti cresce 'n fretta, purtroppo.

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Re: Quando i fiori erano bambini

#11 Messaggio da sandro58 »

Che dire ragazzi, erano altri tempi, ............... ma non certo peggiori di oggi, anzi!!
Qanta nostalgia per quello che non potra tornare mai più. :cry:
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Re: Quando i fiori erano bambini

#12 Messaggio da Michelangelo Merisi »

Cioè, ma vi rendete conto?
Tornavo da scuola, mangiavo in dieci minuti, cartella buttata da qualche parte e fuori a cacciare lucertole, a rubare la frutta da qualche orto...una volta abbiamo rapito il gatto di una nostra compagna e abbiamo chiesto due bottigliette di cedrata e una fanta da un litro e mezzo come riscatto...al sacrestano avevamo riempito il tubo di scappamento della 128 con le palline da pingpong...un cinema!

Uscivamo di casa e non eravamo più reperibili fino a quando cominciava "Happy Days" o "Ufo Robot"...oggi vedere i ragazzini a 12 anni col cellulare costantemente sorvegliati è un segno del mondo che cambia.
Al paese ci si conosceva tutti, c'era qualche tipo strano, ma si poteva stare in giro...oggi non ci si può fidare troppo della gentilezza del prossimo.

Peccato.

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Re: Quando i fiori erano bambini

#13 Messaggio da pedr0 »

cazzarola ragazzi che tempi..... :friends:
nel gruppetto dei "diversamente giovani" ci sono pure io
:cheers:
Pietro
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.... se la tecnologia dovesse eliminare la carta spero di non dovermi pulire il :mooning: con un iphone

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Re: Quando i fiori erano bambini

#14 Messaggio da tri.ma »

pane, olio e sale, merenda.....
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Re: Quando i fiori erano bambini

#15 Messaggio da pedr0 »

tri.ma ha scritto:pane, olio e sale, merenda.....
vero, era anche la mia merenda :clapping:

ma ogni tanto a merenda c'era pane con ricotta fresca spalmata e zucchero :yes:



ps: anche se adesso abito vicino a Lecce, la mia infanzia (fino a 12 anni) l'ho vissuta in un paesino dell'Abruzzo :cheers:
Pietro
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Re: Quando i fiori erano bambini

#16 Messaggio da bulbsrtw »

A proposito di leccornie; a volte, la domenica, magari quando veniva a trovarci qualche zio, la mamma ci comprava un cabaret di "pastarelle", le paste di oggi. Erano enormi, non come adesso, e forse per il fatto che erano così raramente consumate, sembravano molto più buone.
Poi, da me a scuola alle elementari passava il " cornettaro", vestito di bianco, che per 30 lire ti dava un cornetto che devo essere sincero non sono più riuscito a trovare; croccante e con la glassa bianca che mangiavo per prima. Slurpp !
Maurizio
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