1973 stavolta non fare casini...

Ritrovo per passare un po' di tempo insieme, chiacchierando su vari argomenti.
Potete fare gli auguri ai vostri amici iscritti per compleanni, festività ecc...

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cercla
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1973 stavolta non fare casini...

#1 Messaggio da cercla »

:cheers:

Metà giugno, la seconda media è finita, le gare di nuoto per le categorie esordienti sono finite con i Giochi della Gioventù, per cui mia mamma, sempre preoccupata che lasciato libero faccia danni, mi organizza una decina di giorni da passare al paese della nonna, insieme ai miei cugini...

L'offerta di vacanze parentali, è arrivata direttamente dalla nonna, che dopo il matrimonio delle due figlie più piccole, quest'anno è rimasta sola con il nonno, e aveva bisogno di braccia per fare qualche lavoretto, ma questo lo avrei scoperto solo dopo il mio arrivo in quel paesetto agricolo...

Questo paese situato nella Tuscia, sulle colline che costeggiano il percorso del Tevere, era rimasto fermo alle consuetudini di inizio del secolo, anche perchè ci vivevano soprattutto anziani e poche famiglie con i bambini, mentre la maggior parte degli adulti, si erano trasferiti a vivere e lavorare nelle città vicine, tornando al paese natio, solo per le feste importanti e per scaricarci i figli quando chiudevano le scuole...
E le scuole chiudevano proprio nel periodo della mietitura e trebbiatura del grano...

Arrivato al paesello la domenica mattina, ritrovo i miei due cugini quattordicenni, reduci dagli esami di terza media, che quando eravamo insieme, qualcosa per cui saremmo stati puniti, riuscivamo sempre a farlo, abitavamo tutti a Roma, ma in zone diverse, per cui ci incontravamo poco, ma quando ci incontravamo...

Nel pomeriggio dopo il pranzo quasi da festività, i nostri genitori, che tornavano a Roma, con i nostri fratellini e sorelline, ci ammonirono a comportarci da ragazzi responsabili, ascoltare ed ubidire ai nonni, aiutarli nei loro lavoretti, e non essergli di peso...

Mia mamma dopo queste raccomandazioni generali, mi guardò negli occhi, mi puntò il dito indice sul naso, e con il tono da sergente di ferro, mi disse:
“E TU NON FARE CASINI, ALTRIMENTI...”
quindi mi diede un bacetto materno sulla fronte, e se ne andò...

Quella sera alle nove i nonni ci spedirono a dormire, nella camera che avevano liberato le zie novelle spose, anche se noi ragazzi protestammo perchè era troppo presto, ma spensero le luci...

Nonna entra in camera, accende la luce e scuotendoci i letti dice “sveglia, seglia, sveglia, la colazione è pronta, alzatevi che tra mezz'ora usciamo...”
Sono le cinque del mattino, comandati a bacchetta dalla voce stentorea del sergente maggiore nonna, ci alziamo dai letti, ci vestiamo, passiamo per il bagno a fare la pipì, scendiamo in cucina, dove ci aspettano delle tazzone piene di latte e delle fette di pane con la marmellata.
Mangiamo e cominciamo a svegliarci, ma immediatamente siamo costretti ad uscire di casa al seguito della nonna, e ci avviamo verso i campi.

Dopo un po' di cammino, arriviamo a dei terreni dove hanno appena mietuto il grano, in mezzo c'è un grande macchinario, una specie di scatolone di ferro, vedo il motore, delle grosse pullegge, delle lunghe cinghie gommate, alcuni uomini stanno togliendo i teloni da sopra ai mucchi di grano, qualcuno ci mette in mano un bicchiere di caffè dolcissimo, lo beviamo ancora frastornati, mentre il sole delle sei, illumina la campagna e inizia a scaldarci...

All'improvviso la pace finisce, la macchina viene messa in moto, il grano viene depositato in una specie di grande imbuto quadrato che lo porta dentro al macchinario, da un lato della struttura c'è un tubo da dove esce il grano che va dirttamente dentro i sacchi di juta, da una specie di ciminiera esce un getto continuo di polvere, e dalla parte posteriore della macchina, da uno scivolo, escono dei parallelepipedi di paglia pressata, che vengono legati uno ad uno con il fildiferro, e buttati a terra, noi tre cugini entriamo in questa fase, spostiamo queste balle di paglia, le mettiamo una vicino all'altra per formare un grande rettancolo, poi ci saliamo sopra e continuiamo ad impilare altre balle messe ad incrociare con quelle sotto...

Verso mezzogiorno, finalmente i covoni di grano sono esauriti, spengono la macchina trebbiatrice, finisce quel rumore infernale, noi scendiamo dal parallelepipedo di paglia alto oltre due metri, si contano i sacchi di grano, che vengono portati via per essere stipati nei magazzini...
E questa storia si ripete per cinque giorni, che sono quelli nei quali i contadini della zona hanno affittato la trebbiatrice, dividendosi le spese in base alla dimensione dei loro campi, e lavorano tutti insieme, come una cooperativa, per questo i cari nonnini, hanno invitato i loro nipoti più grandi...
Gli serviva manovalanza gratis, o meglio in cambio di vitto e alloggio, più cinquemila lire da dividerci in tre...

Passati questi cinque giorni di lavoro agreste, nel fine settimana ci siamo riposati, abbiamo girato per il paesetto, siamo stati costretti a lavarci bene ed andare a Messa la domenica mattina, ci siamo spesi le cinquemila lire, ed abbiamo iniziato ad annoiarci.

Così il lunedì mattina...
Fatta colazione usciamo da casa, Nonno è uscito all'alba per andare nel vigneto, nonna sta impastando la farina per preparare il pane che cuocerà domani, e ci dice che ci aspetta per pranzo “alla mezza”, che non ho mai capito se è mezza giornata, cioè mezzo giorno, oppure mezz'ora dopo mezzogiorno, al rintocco del campanile alle dodici e mezzo...

Sono le otto del mattino, abbiamo quattro ore da passare prima del pranzo, possiamo scendere giù al fiume, e vediamo se troviamo qualcosa di interessante.
Ci incamminiamo lungo i viottoli che costeggiano i vigneti e dopo un'oretta arriviamo sulla sponda del Tevere.
Il Tevere qui è ancora pulito, siamo a monte del fiume Nera e degli scarichi di Terni, lungo le sponde del fiume ci sono terreni rialzati un paio di metri rispetto all'acqua, che sono coltivati ad ortaggi, meloni e cocomeri, mentre vicino all'acqua ci sono delle piccole insenature che formano delle spiagge di sassi, in inverno sono sommerse dall'acqua, ma in estate sono frequentate dai paesani in cerca di refrigerio...

Camminiamo lungo il greto del fiume, oltrepassando queste insenature deserte, facciamo rimbalzare qualche sasso sull'acqua, ma c'è poco altro da fare...
Quando si sente un odore di arrosto, e davanti a noi si vede un po' di fumo, arriviamo all'inizio della spiaggetta da cui veniva il fumo, e vediamo un pulmino, tipo quello che usano le suore, ma tutto dipinto a fiori colorati, e vicino ci sono dei ragazzi grandi, con barbe e capelli lunghi, e delle ragazze, due di loro stanno vicino ad un fuoco, e sembra stiano cuocendo qualcosa...
Appena ci vedono, ci salutano e ci fanno segno di avvicinarci, parlano in un modo buffo, ma tra gesti e parole riusciamo a capirci, vengono dalla Francia, e stanno facendo un giro per vedere l'Italia, ci chiedono se in zona c'è qualcosa di caratteristico da vedere, ma non siamo di zona, per cui non sappiamo dargli indicazioni...
Sopra al fuoco tengono una padella in cui stanno cuocendo dei dischetti di carne chiara, che ha un buon profumo,
La padella viene tolta dal fuoco ed appoggiata su uno scoglio, ed i ragazzi prendendo i dischetti di carne con le dita, cominciano a mangiarli, e ci invitano a prenderne anche noi, che lo facciamo.
Ha un buon sapore, i ragazzi danno delle pacche sulle spalle a quello che stava cuocendo la carne e lui si pavoneggia un po'...
Chiedo ad una ragazza che cosa stava succedendo, e lei mi dice che oltre a cuocerla, il ragazzo la carne l'aveva anche presa, le chiedo come l'ha presa, e lei mi porta a vedere li vicino, la pelle di una grossa biscia di fiume...

A metà schifati per avere mangiato la serpe, a metà eccitati per avere mangiato la stessa serpe, salutiamo i ragazzi e sempre lungo il Tevere ci incamminiamo verso il paese, ma ormai il sole è alto, fa caldo, la biscia era un po'salata, abbiamo sete, ma bere l'acqua del Tevere non ci sembra il caso...

Poi un campo pieno di cocomeri, quelli rotondi verde scuro, ci fa venire l'idea, non c'è nessuno in vista, i cocomeri sono li che aspettano di essere raccolti, ce ne prendiamo uno, ci allontaniamo e ce lo mangiamo con calma.

Siamo su una spiaggetta a poca distanza dal campo dei cocomeri, e stiamo mangiando il dolce corpo del reato, dopo averlo aperto sbattendolo sui sassi...

Mi sono allontanato dagli altri e in piedi sulla riva del fiume, ci stavo pisciando dentro, quando un uomo che agitava un bastone ed urlava “mo ve 'mparo io” arriva correndo dalla mia parte, i cugini che erano a una ventina di metri da me, schizzano via come lepri, mentre io colto di sorpresa e con la minaccia vicinissima, mi butto in acqua, faccio quattro bracciate mentre prendo aria, poi vado sott'acqua, e aiutato dalla corrente del fiume continuo a nuotare in apnea per allontanarmi.

C'è da dire che per me l'acqua era un elemento naturale, nuotavo a livello agonistico da cinque anni, mi allenavo due ore tutti i giorni, e potevo rimanere in apnea per quasi tre minuti...

Ho nuotato sotto acqua fino alla fine della spiaggetta, e sono riemerso oltre delle piante che dalla riva toccavano l'acqua, nascondendomici sotto...

Dal mio nascondiglio sentivo l'uomo col bastone che urlava:
“dove stai, veni fori, nun te faccio gnente, Madonna mia, veni fori, Madonna mia, Madonna mia...”

Mica ero matto a farmi vedere, sotto alle piante stavo bene, c'era pure una ranocchia che mi nuotava davanti alla faccia...

Dopo un po' che non sentivo più nessuno, con molta cautela mi sono affacciato sulla spiaggetta, non c'era nessuno, sono uscito dall'acqua e dopo avere svuotato e strizzato le mie superga bianche che con il tempo erano diventate color smog, me le sono rimesse e mi sono incamminato verso casa...

Dopo una decina di minuti ho ritrovato i cugini che mi stavano aspettando tranquillamente seduti all'ombra di un albero, perchè mi avevano visto buttarmi nel fiume, e conoscendomi, sapevano che il tizio non mi avrebbe mai preso, dovevano solo aspettarmi al sicuro...

L'orologio del cugino segnava quasi mezzogiorno, per cui camminando veloci, mentre il sole mi asciugava i jeans e la maglietta, abbiamo risalito la collina e siamo arrivati a casa dei nonni quando il campanile aveva appena dato il tocco di mezzogiorno e mezzo...
ci veniva da ridere a pensare che la nonna ci avrebbe cazziato, e poi riempito i pitti di pasta...

Invece quando siamo arrivati, davanti a casa c'era un capannello di persone, la guardia del paese, la nonna che si teneva le mani sulla faccia...
Questo fino a quando qualcuno ci ha visto arrivare ed ha urlato:
“ECCOLI... MASOTUTTETRE” e poi tutti in coro “SIA RINGRAZIATA LA MADONNA”.

Noi vedendo tutta quell'agitazione non capivamo cosa era successo, possibile che avevano chiamato la guardia per un cocomero che poteva valere cinquanta lire?
La guardia ci viene davanti e con le mani sui fianchi ci dice che siamo delinquenti, che abbiamo quasi fatto morire di spavento i nonni. Che stavano per chiamare i carabinieri...

Ma è possibile che avessimo creato tutto questo problema per un cocomeretto rubato in un campo dove ce ne saranno stati altri due o trmila?

Il fatto è che in un paesetto abitato da poche anime, tutti sanno tutto di tutti, e i tre adolescenti venuti da Roma, e messi a lavorare alla trebbia, li avevano individuati tutti i paesani, ed il tizio col bastone, sapeva chi eravamo...
Il pover'uomo, quando ci è corso dietro, se ci avesse raggiunti, probabilmente non ci avrebbe fatto niente, a parte un cazziatone e poi lo avrebbe detto ai nonni, almeno credo,
Mentre il fatto di avermi visto sparire nelle acque del Tevere e non tornare più a galla, gli aveva fatto credere che fossi affogato, ed era successo per colpa sua che mi aveva spaventato.
Quando dopo qualche minuto di ricerche e di richiami, non aveva avuto risposta, in preda alla disperazione, era tornato in paese, dicendo che aveva fatto affogare un ragazzo, ed era andato a dirlo ai nostri nonni, scortato dalla guardia e da altri paesani...

Noi cugini che non avevamo ancora capito cosa era successo, guardavamo perplessi quelle persone che si agitavano e ringraziavano il Padre Eterno, intanto il tizio a cui ero scappato, mi abbracciava forte e ripeteva “figlio mio... figlio mio...”

Poi se ne andarono tutti, non si capiva se erano rinfrancati dalla non avvenuta tragedia, o ne erano delusi, ma èra solo la mia impressione...

Poi seguirono 3 fasi distinte,
1 – I nonni felici che nessuno di noi fosse anegato, ma anche arrabbiati perchè li avevamo fatti morire di paura, ci hanno riportati in casa.
2 – Dopo pranzo, la nonna esce di casa diffidandoci dal muoverci da lì, lasciandoci sotto l'occhio vigile del nonno, ed era tornata dopo una mezzora (era andata al telefono pubblico, a chiamare mia madre)...
3 – Nel tardo pomeriggio, arriva mio padre, abbastanza incazzato, che mi carica in macchina e mi riporta a Roma, in un'interminabile ora di viaggio, e nel più assoluto silenzio...

Mia mamma dopo l'ennesimo cazziatone, e la sempre presente minaccia di mandarmi in colleggio, mi mise in carcere, non potevo uscire di casa, ma la pena è durata solo un giorno, probabilmente perchè venire a controllare ogni cinque minuti cosa stavo facendo, era più stressante per lei che per me...
Quindi il giorno dopo mi ha liberato, ho preso arco e frecce, e insieme ai miei amici delle palazzine, siamo partiti per una battuta di caccia alle vipere...
ma questa è un'altra storia...

:cheers:
che ce voi fa'... so' fatto così!

Claudio

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Re: 1973 stavolta non fare casini...

#2 Messaggio da alberto.demo »

Bellissimo racconto. A volte, leggendo, sembra di essere lì presente...... :complimenti:

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Re: 1973 stavolta non fare casini...

#3 Messaggio da Carabinotto »

Marooooooooooooooo.......che delinquente.
Ma perchè mi faccio sempre male ? .....Franco :angel:
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Re: 1973 stavolta non fare casini...

#4 Messaggio da Sonosardo »

Perfettamente d'accordo con Alberto, Grande Claudio e scrivilo questo benedetto libro, te l'ho già detto, sarei il primo ad acquistarlo :handshake:
La felicità inizia con un naso umido e finisce con una coda. Cordialmente Gianni

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Re: 1973 stavolta non fare casini...

#5 Messaggio da Fofi74 »

Mi....Claudio io pure lo compro il libro e sempre un piacere leggerti... piccola canaglia :grin: :grin:
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Re: 1973 stavolta non fare casini...

#6 Messaggio da nicola »

Poi seguirono 3 fasi distinte,
1 – I nonni felici che nessuno di noi fosse
anegato, ma anche arrabbiati perchè li avevamo fatti morire di paura, ci hanno riportati in casa.
2 – Dopo pranzo, la nonna esce di casa diffidandoci dal muoverci da lì,...................................
3 – Nel tardo pomeriggio, arriva mio padre, abbastanza incazzato,.............................


semplicemente perchè non si può annegare con una sola ENNE, :laugh:

Grande Claudio :handshake:
ringraziamo il tardivo arrivo della Tecnologia :sweating:
( all'epoca non esistevano i Cell. :laugh: )
altrimenti ancora oggi saremmo, se non in carcere, almeno a scontare anni al Servizio Sociale :whew:
Nicola
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Si è fuori, il giudizio degli altri

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Re: 1973 stavolta non fare casini...

#7 Messaggio da Ronnie James »

Bravo Claudio :handshake: bellissima storia raccontata altrettanto bene, divertente. È vero, sembra di essere lì con voi. Certo che il cocomero raccolto dal campo bello rosolato al sole... chissà che bontà :laugh:
Ma a quell'età va bene tutto :cheers:
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Re: 1973 stavolta non fare casini...

#8 Messaggio da Sonosardo »

** semplicemente perchè non si può annegare con una sola ENNE **. Eh no carissimo, e qui sei tu che inciampi. Si perché il romanesco quello puro, ha una sua dialettica e grammatica totalmente differente da quella tradizionale, basta leggere Trilussa o altri poemi in romanesco e poi, il buon Claudio ci descrive un avvenimento che sa tanto di miracoloso, proprio grazie alle sue doti natatorie, non è anegato :laugh:
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Re: 1973 stavolta non fare casini...

#9 Messaggio da cercla »

:hahaha:

a Nico' stai a diventà sempre più uguale alla maestrina dalla penna rossa, quella di De Amicis...
:laugh: :laugh: :laugh:

vabbè, ho fatto 'nerore pe' sbajo, ma co tutte le ditate che ho dato ala tastiera der compiutere pe' scrive,...
'na botta m'avrà fatto cilecca...
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Re: 1973 stavolta non fare casini...

#10 Messaggio da giga65 »

Caspita Claudio, bella la storia ...uno spasso leggersela!

Quanto al numero di ditate sulla tastiera .... o si è consumata la tastiera o le dita :bigsmile: !

Circa il lessico ... mi pare Cannavaro chiedesse a Totti il nome di un animale che comincia per E: ercane, ertopo, ertoro, ercinghiale ... vabbuò ià (ovviamente l'ermellino no ... troppo difficile!) ... quanto alle doppie non ne passa una manco a pagarla :whink: (forse solo la doppia "t" di Totti). Ma il romanesco è fatto così!
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Re: 1973 stavolta non fare casini...

#11 Messaggio da pippocz »

Bravo Claudio, hai descritto la gioia di avere dei bei ricordi !!! :happy: :happy: :happy:
Maurizio

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